“La Festa dell’Architetto 2020, che avrebbe dovuto iniziare il 30 ottobre è solo rimandata, e si svolgerà entro metà gennaio “in presenza” affinché abbia luogo in una piazza e coinvolga così tutta la cittadinanza, e non solo gli addetti ai lavori, per diffondere e valorizzare la cultura della qualità dell’architettura. In ogni caso, qualora vi fossero ulteriori restrizioni derivate dall’emergenza sanitaria, la Festa prenderà ugualmente forma online, in un percorso interattivo che saprà coinvolgere e emozionare chiunque vi parteciperà. Il delicato momento che stiamo vivendo ci vorrebbe fermi, ma noi faremo correre le idee”.
Ad annunciarlo è il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).
Dedicata interamente al tema Scuola, prima di concludersi a Roma il 6 novembre a Piazza di Pietra, la Festa avrebbe dovuto toccare – con convegni e eventi dedicati – varie città d’Italia quali Firenze, Ascoli Piceno e Torino. Una riflessione a tutto campo sull’architettura scolastica e sul design degli interni dei luoghi dello studio, per approfondire la conoscenza e la percezione dell’influenza che le scelte architettoniche possono avere sulla didattica attiva, sul benessere, sulla socializzazione.
Con il fine di sottolineare che, oltre all’emergenza sanitaria generata dal Covid-19, esiste da almeno 20 anni una più grave emergenza educativa e, conseguentemente, l’inderogabile necessità di passare da una “edilizia scolastica” a una “architettura scolastica”. Ed ancora, una occasione per ribadire che la costruzione del futuro e della vita delle nuove generazioni è una questione di progetto e di visione: dunque di architettura.
Il CNAPPC ha comunque scelto di confermare l’evento “Open! Studi Aperti” che avrebbe dovuto inaugurare la settimana di iniziative dedicate all’ architettura e alla scuola. Il 30 e il 31 ottobre, quindi, in tutta Italia ed in modalità virtuale, gli studi di architettura si apriranno ai cittadini ed alle istituzioni per diffondere la cultura architettonica e per offrire la possibilità – in particolare ai cittadini – di vedere da vicino come gli architetti siano in grado, nella loro quotidianità, di proporre risposte nuove all’esigenza di adeguare, in modo innovativo i diversi spazi dell’abitare, del lavoro, dello studio, della socialità alle nuove esigenze di salute, benessere e sicurezza.